la Carne secca
La cercavo da anni.
Ho iniziato ad amarla durante i miei primi viaggi negli USA e da allora non l’ho più lasciata, anche a costo di comprare un trolley solo per farne scorta: quante volte ho pagato il sovrapprezzo bagaglio!
Si tratta di uno spuntino altamente proteico, super GeoPaleo e anche Cheto, comodissimo da portare con sé e ideale da consumare anche in viaggio.
Un prodotto a elevatissima densità nutrizionale, che contiene ben 64 grammi di proteine per 100 grammi di prodotto e zero carboidrati.
E soprattutto... gustosissimo!
Sto parlando del Beef Jerky, un eccezionale snack proteico molto diffuso in America, ma purtroppo quasi sconosciuto in Italia.
La parola Jerky deriva dal termine "Charcui", che nella lingua Quechua degli indiani americani significa letteralmente "carne essiccata".
In pratica, si tratta di pezzi o striscette di carne (spesso di manzo, ma non solo) essiccati tramite un processo che fa evaporare i liquidi a bassa temperatura.
In questo modo la carne rimane integra e aggiungendo del sale si può conservare a temperatura ambiente per diversi mesi.
In Italia la carne secca è circoscritta a piccole realtà locali ed artigianali.
Per esempio, le “coppiette” sono un prodotto storico del Lazio, diffuso come pasto rapido dei lavoratori e come pasto da taverna.
Negli anni d’oro delle osterie trasteverine e delle gite fuori porta, a Roma e dintorni le coppiette erano l’ideale “rompidigiuno" con cui accompagnare il vino dei Castelli.
Poi ci sono altre piccole realtà regionali come le marche e la Valtellina che hanno loro carne secca, ma la diffusione è molto, molto limitata.
Negli Stati Uniti invece si tratta di un alimento estremamente diffuso.
In ogni supermercato o “autogrill” c’è una vastissima offerta di carne secca di ogni tipo, forma e formulazione, esattamente come da noi ci sono i dolci, le caramelle e il cioccolato.
L’abitudine di essiccare la carne è nata con gli indiani americani che avevano bisogno di un pasto altamente proteico durante le battute di caccia e così elaborarono il cosiddetto “Pemmican”, una miscela di sego (grasso animale dei bovini), carne secca e bacche essiccate.
A temperatura ambiente, il pemmican può durare generalmente fino a cinque anni.
Confezionato sottovuoto può rimanere commestibile anche per un secolo.
Questo perché la mancanza assoluta di acqua impedisce alla carne di marcire, rimanendo così sempre gustosa e molto pratica da usare.
Anche gli Inca in America del sud utilizzavano questo tipo di conservazione per conservare la carne di Lama.
Oggi la produzione del Jerky avviene attraverso dei forni moderni, in cui si inseriscono fette di carne cruda tagliate sottili e marinate, che vengono essiccate in poche ore.
Poi il Jerky viene raffreddato e impacchettato in bustine di plastica, pronte per la distribuzione capillare sul territorio.